L’orto

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L’orto nella storia, nella cultura e nella tradizione
La conoscenza e l’utilizzo di erbe spontanee ed ortaggi ha accompagnato l’uomo durante le diverse epoche, dal Mesolitico al Neolitico, dall’Età del bronzo a quella del ferro.
Solo con la colonizzazione greca dell’Europa del sud e successivamente durante l’impero romano, inizia una vera e propria coltivazione degli ortaggi.
I primi scritti sulla coltivazione dell’orto risalgono appunto all’epoca romana, qualche centinaio di anni avanti Cristo, e riportano indicazioni pratiche e di conoscenza, valide ancora oggi.
Durante i loro spostamenti verso l’Europa del nord, le truppe romane portavano appresso carri attrezzati come serre mobili, dove venivano coltivati alcuni ortaggi.
Un cambiamento radicale nell’espandersi delle coltivazioni, grazie anche alla disponibilità di moltissime nuove specie e varietà, avvenne a seguito della scoperta di nuovi continenti e in particolare delle Americhe.
Alcune tra le più importanti piante da orto oggi coltivate in tutto il mondo, pomodoro, peperone e patata, zucche, sedano e asparago, vennero introdotte in Europa tra il XVII e XIX secolo.
Se la coltivazione e l’utilizzo degli ortaggi ha accompagnato l’uomo durante tutto il suo percorso evolutivo, oggi l’orticoltura rappresenta uno dei settori più importanti dell’intera agricoltura e, sul piano alimentare, sta diventando sempre più fornitrice di alimenti fondamentali per una dieta equilibrata e salutare.
A livello lobbistico o di piccole produzioni per consumi locali, si arriva anche al piacere di produrre, oltre a quello di ottenere prodotti sempre più “puliti” sul piano della presenza di residuali chimici.
In alcuni casi e in alcuni luoghi, periferie di alcune città, l’orto è diventato elemento di aggregazione sociale oltre che di utile passatempo per anziani e pensionati.
La crescente passione e voglia di produrre alcuni ortaggi in proprio, sta portando molte persone che non possiedono uno spazio verde per farsi l’orto, ad organizzarlo, seppur piccolo, sul balcone o terrazzo di casa.
L’orto sta diventando sempre più una componente del giardino, produttiva ma anche decorativa ed ornamentae di pregio.

I diversi tipi di orto
L’orto professionale, ovvero l’orto la cui produzione è diretta al mercato,
deve coniugare le regole che quest’ultimo impone con le normative di legge vigenti (igiene, sicurezza, utilizzo dei prodotti fitosanitari) e, ovviamente, la necessità di far quadrare i conti.
Pertanto, si produrrà quello che il mercato chiede, nel luogo in cui ci si trova e con i mezzi tecnici di cui si dispone.
In epoca recente molti produttori professionali hanno scelto di passare, con successo, dal metodo di conduzione tradizionale a quello biologico o integrato.
L’orto di casa dovrebbe coniugare esigenze produttive, almeno sufficienti a soddisfare le necessità familiari, con il desiderio di produrre nel modo più “biologico” possibile.

L’orto biologico
L’orticoltura biologica indica alcune regole base da rispettare:
applicare la tecnica della rotazione utilizzare il sovescio (tecnica di concimazione organica) mantenere fertile il terreno attraverso l’apporto di sostanza organica combattere i parassiti con mezzi naturali.
Indicazioni non sempre facili da rispettare nell’orto di casa: lo spazio disponibile non consente sempre di attuare una buona rotazione delle colture e tanto meno il sovescio.
Tuttavia una gestione attenta delle colture e, soprattutto, curata nella pulizia dei residui colturali, di parti di piante malate e dell’ambiente circostante e limitrofo, consentirà di ottenere risultati interessanti.

L’orto sinergico
L’orticoltura sinergica prevede metodi di coltivazione che si basano sul fatto che mentre le piante si sviluppano creano suolo fertile attraverso i propri essudati radicali ed anche attraverso i residui organici, foglie fusti e radici, lasciati al terreno durante e a fine coltivazione.
Il tutto reso disponibile, ciclo colturale dopo ciclo colturale, dall’azione di microrganismi, batteri, funghi e lombrichi presenti nel terreno.
E’ un metodo di coltivazione che riduce pressoché a zero l’impatto sull’ambiente, richiede una buona conoscenza delle specie da coltivare, soprattutto in termini di rotazione e consociazione.
Per quanto riguarda il terreno di coltivazione, l’orto sinergico si realizza su parcelle di terreno delimitate e
rialzate, dove le lavorazioni sono ridotte al minimo e dove soprattutto si evitano azioni di calpestio o compattamento da macchine per la lavorazione del terreno stesso.
Le parcelle rialzate e delimitate sono costantemente protette in superficie da materiale pacciamante di origine organica che contribuisce a mantenere fresco e leggero il terreno di coltivo oltre che ad apportare nutrimento al terreno stesso.
Robert MacDawell – Survival & Bushcraft
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